In questo spazio vorrei raccogliere testi di canzoni, video dei concerti, aneddoti, commenti su libri e film: insomma tutto quello che possa riguardare Francesco Guccini.
Ciao Eugenia! Progetto ambizioso...propongo una grande raccolta di testi di canzoni gucciniane http://www.geocities.com/BourbonStreet/Delta/1369/ visto che il sito non è aggiornato dal 2004, potresti continuare su quella scia, e i molti fans del Guccio ti sarebbero grati. Personalmente non riesco ad imparare una canzone da Luna Fortuna in poi, anche se riconosco che c'è stato ancora qualcosa di buona. Ma non mi si dica nulla della canzone della colomba e del fiore... Ecco, il Caduto è anche armonicamente molto interessante. Mentre con quella che viene svenduta come la nuova Avvelenata - Cyrano - proprio non riesco a farci nulla (hm. questa era una costruzione poco italiana...kann ich gar nicht anfangen). Poco male, ottima idea. Nel sito mancano gli accordi di alcune canzoni. Se vuoi te li passo io, e li metti qui nel tuo blog. Posso svendere subito Radici, che mi sembra non li abbia: Do Sib Fa, nella parte in minore va in rem. 'notte
Cara Gatta Eugenia, inauguro la serie dei ricordi. Una delle mie case bolognesi (la più fredda!) era in via Regnoli, anonima viuzza di un quartiere di continue meraviglie: la Cirenaica. Un gruppo di strade alberate, con discese e salite, poche auto e case operaie di inizio secolo alternate a villette liberty, in cui potevi ancora trovare vecchietti doc bolognesi che confabulavano per strada, seduti alla porta, e bar con la spuma al cedro e qualche calcetto. Lì il tempo pareva fermato, complici due bracci morti della ferrovia che separavano la Cirenaica dalla città. Ora, nelle mattine di ormai molti anni fa, quando mi svegliavo con il naso arrossato e i piedi freddi, sperando in un thè che mi resuscitasse, dalla finestra della cucina, oltre gli orti spelacchiati della mia casa, vedevo una porta, quasi sempre chiusa. Ma a volte si apriva e un uomo alto, un po' curvo, se ne usciva in compagnia di una giovane donna. Ebbene sì, era il nostro Guccini! E la casa che si scorgeva dal mio spicchio di Cirenaica, era il n.43 di via Paolo Fabbri. Lì lo conoscevano tutti, anche se usava quel posto solo raramente (penso vivesse sull'Apennino). Nei pochi metri quadrati tra la sua casa e la mia, poi, ci stava (e sta, spero!) anche "Vito", anzi "da Vito", la "osteria di fuori porta" più sgangherata di Bologna, dove lui andava spesso con la sua ragazza, a notte fonda. Ti assicuro che mangiarsi lasagne al forno, di dubbia consistenza, con il Grande G che troneggia alle spalle, non è cosa facile! A pensarci, sono anni che non lo riascolto. Avevo un debole per Signora Bovary. E tu? le tue "irresistibili"?
2 commenti:
Ciao Eugenia!
Progetto ambizioso...propongo una grande raccolta di testi di canzoni gucciniane
http://www.geocities.com/BourbonStreet/Delta/1369/
visto che il sito non è aggiornato dal 2004, potresti continuare su quella scia, e i molti fans del Guccio ti sarebbero grati. Personalmente non riesco ad imparare una canzone da Luna Fortuna in poi, anche se riconosco che c'è stato ancora qualcosa di buona. Ma non mi si dica nulla della canzone della colomba e del fiore...
Ecco, il Caduto è anche armonicamente molto interessante. Mentre con quella che viene svenduta come la nuova Avvelenata - Cyrano - proprio non riesco a farci nulla (hm. questa era una costruzione poco italiana...kann ich gar nicht anfangen).
Poco male, ottima idea.
Nel sito mancano gli accordi di alcune canzoni. Se vuoi te li passo io, e li metti qui nel tuo blog. Posso svendere subito Radici, che mi sembra non li abbia: Do Sib Fa, nella parte in minore va in rem.
'notte
Cara Gatta Eugenia,
inauguro la serie dei ricordi. Una delle mie case bolognesi (la più fredda!) era in via Regnoli, anonima viuzza di un quartiere di continue meraviglie: la Cirenaica. Un gruppo di strade alberate, con discese e salite, poche auto e case operaie di inizio secolo alternate a villette liberty, in cui potevi ancora trovare vecchietti doc bolognesi che confabulavano per strada, seduti alla porta, e bar con la spuma al cedro e qualche calcetto. Lì il tempo pareva fermato, complici due bracci morti della ferrovia che separavano la Cirenaica dalla città. Ora, nelle mattine di ormai molti anni fa, quando mi svegliavo con il naso arrossato e i piedi freddi, sperando in un thè che
mi resuscitasse, dalla finestra della cucina, oltre gli orti spelacchiati della mia casa, vedevo una porta, quasi sempre chiusa. Ma a volte si apriva e un uomo alto, un po' curvo, se ne usciva in compagnia di una giovane donna. Ebbene sì, era il nostro Guccini! E la casa che si scorgeva dal mio spicchio di Cirenaica, era il n.43 di via Paolo Fabbri. Lì lo conoscevano tutti, anche se usava quel posto solo raramente (penso vivesse sull'Apennino). Nei pochi metri quadrati tra la sua casa e la mia, poi, ci stava (e sta, spero!) anche "Vito", anzi "da Vito", la "osteria di fuori porta" più sgangherata di Bologna, dove lui andava spesso con la sua ragazza, a notte fonda. Ti assicuro che mangiarsi lasagne al forno, di dubbia consistenza, con il Grande G che troneggia alle spalle, non è cosa facile!
A pensarci, sono anni che non lo riascolto. Avevo un debole per Signora Bovary. E tu? le tue "irresistibili"?
Buona notte
Sara Upupa, ormai merlobianco
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